Ci sono momenti in cui il mondo sembra troppo piccolo, o forse siamo noi che ci sentiamo troppo fermi.
È quella sensazione sottile, difficile da spiegare, che arriva quando è passato troppo tempo dall’ultima partenza.
Quando la routine riprende il suo ritmo e il cuore inizia a fremere per qualcosa che ancora non c’è — un aeroporto, un biglietto, un nuovo cielo.
La chiamo astinenza da viaggio.
Non è tristezza, né semplice voglia di vacanza. È piuttosto un richiamo silenzioso, come se una parte di me avesse bisogno di perdersi di nuovo per ritrovarsi.
Forse perché viaggiare non è solo muoversi nello spazio, ma anche spostarsi dentro di sé.
Manca l’attesa del decollo, quella leggera vertigine quando l’aereo si stacca da terra, il primo respiro d’aria diversa appena usciti dall’aeroporto.
Manca la sensazione di essere altrove, di guardare con occhi nuovi, di sentire che ogni cosa può ancora stupire.
A dicembre andrò a Parigi.
E già solo il pensiero mi fa stare meglio: come se avere una destinazione mi restituisse una parte di me stessa.
Nel frattempo, provo a colmare l’attesa con i ricordi dei viaggi passati — e con la consapevolezza che anche il desiderio di partire, a modo suo, è già un viaggio.
Non so perché, ma non mi aspettavo che Praga mi piacesse così tanto. Forse perché non era nella mia lista dei “luoghi del cuore”, o forse perché la immaginavo più fredda, più distante. Invece, in tre giorni mi ha completamente conquistata — con la sua eleganza, i suoi contrasti, e quell’atmosfera sospesa tra fiaba e realtà.
Appena arrivata, sono rimasta colpita dal fascino del centro storico: ogni edificio sembra raccontare una storia, ogni strada invita a perdersi. Ho attraversato il Ponte Carlo più volte, a orari diversi — la mattina presto, quando la città ancora dorme, e la sera, quando le luci si riflettono sulla Moldava e i musicisti di strada creano una colonna sonora perfetta.
Una delle cose che mi ha più affascinata è stata scoprire che, ogni sera, le luci del ponte vengono accese manualmente da un signore addetto, come si faceva una volta. Un gesto antico, quasi rituale, che mi ha dato la sensazione di assistere a qualcosa di raro, come se il tempo per un attimo si fosse fermato.
Il Castello di Praga domina la città dall’alto, ma quello che mi ha davvero lasciata senza parole è stata la vista dal Belvedere: un panorama che abbraccia tetti rossi, torri gotiche e la sinuosità del fiume. Mi sono fermata lì un po’ in silenzio, semplicemente a guardare.
La Cattedrale di San Vito, con le sue vetrate colorate, che lasciano filtrare la luce in un modo quasi mistico; é imponente e delicata allo stesso tempo, e passeggiare al suo interno mi ha fatto sentire piccola, ma piena di meraviglia.
Scendendo verso il centro, ho voluto assistere allo spettacolo dell’Orologio Astronomico. Mi è piaciuto tantissimo: è incredibile pensare che un meccanismo così antico funzioni ancora con tale precisione. Vedere le figure muoversi allo scoccare dell’ora, tra turisti incuriositi e applausi spontanei, è stato come assistere a un piccolo rituale quotidiano che racconta la storia della città.
Ho amato tantissimo il trdelník caldo (sì, quello rotolato nello zucchero e nella cannella!), bere una birra ceca in un piccolo pub, ascoltare la musica jazz che esce da un locale.
La sera, Praga diventa ancora più magica. Le luci illuminano le facciate gotiche e barocche, e sembra davvero di camminare dentro una fiaba.
Tre giorni sono volati, ma sono bastati per lasciarmi quella sensazione che solo certi viaggi sanno dare: quella di aver scoperto un posto che non ti aspettavi di amare… e che invece ti rimane dentro.
Praga mi ha sorpresa, affascinata e fatta sognare. E so già che ci tornerò.
Quando si tratta di esplorare nuove destinazioni, esiste un dibattito acceso tra coloro che preferiscono viaggi brevi e chi sostiene che solo una lunga permanenza permetta di comprendere veramente l’essenza di un luogo. Qual è il modo migliore per viaggiare? Dipende dagli obiettivi, dalle priorità e, naturalmente dal tempo a disposizione.
I VANTAGGI DEI VIAGGI BREVI
Viaggiare per pochi giorni è spesso la scelta più praticabile per molte persone, soprattutto per coloro che hanno impegni lavorativi o familiari. Un weekend lungo o una settimana di vacanza è sufficiente per staccare dalla routine, esplorare una nuova città o una regione , e tornare a casa con nuove esperienze.
I viaggi brevi sono intensi e focalizzati. Offrono la possibilità di godere dei punti salienti di una destinazione senza perdersi in dettagli che richiedono tempo. Se stai visitando Parigi per tre giorni, probabilmente vedrai la Torre Eiffel, il Louvre e ti concederai una passeggiata lungo la Senna. Questo approccio ti permette di “assaporare” il luogo, di godere dei suoi principali punti di interesse senza la pressione di dover andare troppo in profondità.
Inoltre i viaggi brevi tendono a essere più accessibili dal punto di vista economico e logistico. Meno tempo lontano da casa significa meno spese di alloggio e minori costi in generale. Per chi ama visitare tante destinazioni diverse in un breve arco di tempo, questa è una strategia ottimale.
I VANTAGGI DEI VIAGGI LUNGHI
Dall’altra parte del dibattito, chi preferisce viaggiare per mesi sostiene che per comprendere veramente l’essenza di un luogo sia necessario più tempo. Solo con una lunga permanenza si può entrare in contatto con la cultura locale, esplorare aree meno turistiche e vivere la vita come un residente piuttosto che come un turista.
Viaggiare per mesi permette una connessione più profonda con il posto. Ci si può permettere di andare oltre le attrazioni principali e scoprire angoli nascosti, e creare rapporti con gli abitanti. E’ un tipo di viaggio che va oltre la superficie e che offre una visione più autentica della vita quotidiana in quel luogo.
Inoltre, viaggiare a lungo permette una maggiore flessibilità. Senza la pressione di dover vedere tutto in pochi giorni, si può prendere il proprio tempo per esplorare lentamente, perdersi nei dettagli, e adattarsi ai ritmi locali. Questo tipo di esperienza trasforma il viaggio in un vero percorso di crescita personale.
QUAL E’ LA SCELTA GIUSTA?
La scelta tra un viaggio breve o lungo dipende dalle preferenze individuali. Chi viaggia per pochi giorni potrebbe avere l’obiettivo di scoprire il maggior numero possibile di luoghi in poco tempo, accumulando esperienze diverse. Per queste persone, viaggiare è un’opportunità per staccare dalla quotidianità e arricchirsi di nuove immagini e sensazioni.
Dall’altro lato, chi preferisce viaggi lunghi è spesso smosso dal desiderio di comprendere a fondo una cultura e di vivere un’esperienza più immersiva e meno turistica. I viaggi lunghi sono ideali per chi ha tempo e flessibilità, ma richiedono anche un livello di adattamento e pazienza maggiore.
In conclusione, non esiste un modo “giusto” o “sbagliato” di viaggiare. Che si scelga di viaggiare per pochi giorni o per mesi, l’importante è essere consapevoli di ciò che si vuole ottenere da quella esperienza. Alcuni luoghi possono essere apprezzati con una breve visita, mentre altri meritano un’esplorazione più lunga e approfondita. L’importante è che il viaggio, indipendentemente dalla sua durata, offra crescita personale, arricchimento culturale e un nuovo modo di vedere il mondo.
Martina
Qual è il vero significato della parola viaggiare? Cambiare località? Assolutamente no. Viaggiare è cambiare opinioni e pregiudizi. A.F.