
Nel settembre del 2017 ho visitato lo Yucatan, che esperienza unica ed indimenticabile; immersa in una cultura ricca di tradizioni e colori. In quel periodo iniziavano i preparativi per la famosa “Dia de los Muertos”, una delle feste più iconiche del Paese. I preparativi per questa festa, che si sarebbe celebrata ufficialmente a novembre, creavano un’atmosfera magica e surreale.
Le strade si animavano con decorazioni vivaci: teschi colorati, altari dedicati agli antenati, e profumi dolci di fiori riempivano l’aria. L’intreccio di vita e morte nella cultura messicana mi ha dato una nuova prospettiva su come affrontare la vita e i cicli che essa porta.

Una delle cose che mi ha colpito di più del viaggio sono stati i cimiteri colorati. A differenza di come vengono vissuti in altre culture, qui i cimiteri sono luoghi di celebrazione, ornati con colori vivaci, decorazioni e fiori. Vedere queste tombe cosi vivaci e decorate mi ha fatto riflettere sul modo unico in cui i messicani onorano i loro cari, trasformando il concetto di morte. Invece di essere luoghi tristi e solitari, i cimiteri sembrano pulsare di energia e rispetto, con ogni colore che racconta una storia d’amore e memoria. Mi ha colpito profondamente come il dolore e il lutto siano mescolati alla gioia e alla gratitudine, offrendo un modo di vedere la morte che è molto diverso da quello a cui siamo abituati.

Una delle tappe più indimenticabili è stata Tulum, un luogo che sembra sospeso tra il tempo antico e l’atmosfera rilassata del presente. La prima cosa che mi ha colpita è stata la natura: spiagge di sabbia bianca e finissima che si estendevano a perdita d’occhio, con il mare dai colori turchesi che brillava sotto il sole cocente. Ma non erano solo le spiagge ad affascinarmi, bensì l’energia che si respirava. A Tulum si percepisce una vibrazione speciale, come se la terra stessa fosse intrisa di una saggezza antica.
Le rovine Maya, arroccate su una scogliera che domina il mare, sono state uno dei momenti più magici del viaggio. Passeggiare tra queste strutture, immaginare la vita di coloro che abitavano quei luoghi secoli fa, mi ha fatto sentire piccola e allo stesso tempo parte di un grande disegno. Lì ho davvero percepito la profondità della storia del Messico, la forza e la resilienza del popolo Maya. Siti archeologici come Chichén Itza, Cobà e Uxmal sono assolutamente da fare, spiegarli a parole è difficile.
Non è mancato il tempo per immergermi in acque cristalline, esplorando Cenote nascosti tra la vegetazione. Questi pozzi naturali sembrano porte verso un altro mondo, con l’acqua fresca e trasparente che rifletteva il cielo e la giungla circostante. Lì, in quei momenti di pace, mi sentivo connessa alla natura, come se tutto il resto del mondo fosse scomparso.

Un’altra parte affascinante del viaggio è stata la cucina locale. Ho assaporato piatti che esplodevano di sapori, dai tacos ai piatti di pesce fresco cucinati con cura. Ogni pasto era una celebrazione della cultura messicana, che io personalmente amo. In quei giorni ho imparato anche a fare la Guacamole e il Margarita, un esplosione di gioia ☺️

Il Messico ha un’energia potente, e il viaggio nello Yucatan mi ha arricchita non solo a livello culturale, ma anche emotivo. Nonostante l’umidità intensa e le zanzare, è rimasto impresso nella mia memoria come un luogo di bellezza selvaggia, una fusione perfetta tra la serenità della natura e la profondità della cultura. È stato uno di quei viaggi che ti cambiano, che ti insegnano qualcosa di nuovo su te stessa e sul mondo.

Martina
Molto di ciò che siamo è il risultato di dove siamo stati. W.L.