
L’alba a Lampedusa ha un sapore diverso. Il sole sorge pigro, riflettendosi sul mare che sembra un lenzuolo di seta azzurra. Mi svegliavo presto, non per abitudine, ma perché l’isola ti chiama: il profumo salmastro nell’aria, il canto dei gabbiani, il vento che sussurra storie di terre lontane.
Le mattinate iniziavano sempre con una colazione immancabile: brioche al pistacchio, dolci che sapevano di casa e che ormai erano diventati una tradizione di quella vacanza; un caffè nella piazzetta e poi, via per un’altra caletta. Ogni giorno ne scoprivamo una diversa, piccole baie nascoste dove l’acqua sembrava volerci abbracciare.

Per La Spiaggia dei Conigli, il sentiero era un dipinto vivente, con i fichi d’india in fiore e il mare che brillava come se qualcuno avesse sparso polvere di diamanti. Le giornate promettevano bene: tra un’escursione ed un altra
Quel tuffo nell’acqua limpida rimane uno dei momenti più vivi che ho nel cuore. Sott’acqua il mondo è silenzioso, ma pieno di vita: pesci curiosi, rocce che sembrano scolpite dal tempo, e quella sensazione di essere parte di qualcosa di più grande.
A pranzo, un piatto semplice, come la gente del posto, che ti accoglie con lo stesso calore del sole. E poi, una chiacchiera con un anziano che raccontava di tempeste e giorni di pesca, storie che sapevano di sale e di resistenza.
Nel pomeriggio, una passeggiata al porto a osservare i barconi, silenziosi testimoni di viaggi spesso disperati. In quel momento ho sentito quanto Lampedusa sia una terra di contrasti: un paradiso naturale, ma anche un luogo che porta sulle spalle un peso umano profondo.

E poi c’erano gli aperitivi al tramonto. Ogni sera, come un rito, ci fermavamo in un punto diverso dell’isola, con un bicchiere in mano e gli occhi fissi sull’orizzonte. Quel momento era un dipinto vivente, il cielo che si trasformava in un arcobaleno di colori mentre il mare sembrava ingoiare il sole.
Ma il cuore di quel viaggio erano loro, i miei genitori. Era da tanto che non ci concedevamo un tempo tutto per noi. Tra risate, scherzi e momenti di puro divertimento, ho capito che quelle giornate sarebbero rimaste tra i nostri ricordi più belli.

Lampedusa non è solo un’isola. È un’esperienza, un respiro, un ricordo che resta dentro.
Martina
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